Ritorna al sito
----------------------------------------------------------------------------------- Ritorna a INDICE DEGLI ARGOMENTI

.-----------------------------------------------------------------------------------Ritorna a Origini e storia

Dalle origini alla fine del XVII secolo

..... Il 17 aprile del 1612, l' Università deliberò che "il loco del Torrione posto fuora la porta del castello ... quale desidera co(m)prare Gio: Donato Passari ... p(er) fabbricarci, se voglia reconoscere et signare ... quella parte che vorra detto de Passari et dopo designata se voglia fare banno ...".
Individuata la zona da vendere in due pezzi di terreno "vulgariter dictas li Torrioni ... extra menia et proprie ante porta(m) eiusdem Civitatis nu(n)cupatam del Castello, jux(t)a litus maris vias publicas ...", furono pubblicati i bandi per la vendita degli stessi. Giovanni Donato Passaro restò l' ultimo licitatore per 150 ducati, ma il nobile Giulio de Luca offrì ben 600 ducati. Alcuni amici del Passaro osteggiarono la vendita al de Luca perchè, a loro avviso, era necessario ottenere il regio assenso. Il 28 aprile, Cesare Gonzaga, figlio primogenito del Principe di Molfetta, don FerranteGonzaga, stabilì che esenti dalla vendita dovevano restare "la via maestra ... tutta" e sedici palmi di terra (pari a 4,21 metri), dalla parte della muraglia "versus murum maris et versus planu(m) (de) S(anc)to Berardino". Il 21 agosto dello stesso anno (1612), l' Università deliberò di accettare l' offerta fatta da Julio de Luca per la vendita "del Torrione posto fuora la porta del castello della città co(n) la reserva della strata maestra ...". Il 14 agosto del 1613 giunse l' autorizzazione regia. Il Governatore di Molfetta dispose di eseguire una nuova asta per la vendita dei due pezzi di terreno. Julio de Luca, sempre per 600 ducati, si aggiudicò i predetti fondi. Il 30 agosto 1613, Julio de Luca riconfermò la sua offerta ed il giorno dopo si giunse alla stipula dell' atto di compravendita. Infatti, il 31 agosto del 1613, Julio de Luca acquistò dall' Università un terreno denominato delli Torrionj, situato al di fuori delle mura "adversus portam (de) castello ... iuxta viam p(e)r qua(m) itur versus planu(m) Ecclesie (de) S(a)nto Bernardino et versus suburbiu(m) iuxta litus maris ...".
..... Ventinove anni dopo (1642), il chierico Francesco Antonio de Luca e Alfonso de Luca, figli del defunto Julio de Luca, erano debitori nei confronti dell' Università di 42 ducati annui sul capitale dei 600 ducati, prezzo dei terreni acquistati nel 1613 dal loro padre. Volendo evitare un' inutile lite, i fratelli de Luca e l'Università concordarono tra loro una transazione. L' accordo prevedeva il pagamento di 500 ducati, di cui 300 ducati in contanti e i restanti 200 sarebbero stati pagati dal sacerdote Vespasiano Vulpicella, il quale aveva manifestato la volontà di acquistare il terreno in oggetto per edificarvi una chiesa. Il 22 agosto del 1642, i de Luca ed i Sindici di Molfetta, Joseph fu Cesare Gadaleta e Hectore de Salvemine, sottoscrissero le cautele per questa transazione. Nello stesso giorno i de Luca cedettero al sacerdote Vespasiano Vulpicella, per il prezzo pattuito di 600 ducati, "duas petias terre vulgariter dictas li Torrioni ... extra menia ... et proprie ante porta(m) eiusdem Civitatis nu(n)cupatam del Castello ...", con la promessa di edificare in una parte del terreno una chiesa, con la prospettiva verso il suburbio, da dedicare in onore della Vergine Maria ed in suffragio delle anime del Purgatorio, e nel restante terreno altre fabbriche, quali una bottega e sopra delle camere da utilizzare per la sua abitazione che non dovevano superare l' altezza di 30 palmi (=7,90 metri).
..... Il Comune espresse parere favorevole alla vendita, a condizione che il sacerdote rispettasse la promessa di destinare il suolo all' edificazione della chiesa. Ricevuto il regio assenso in data 18 aprile 1643, l' Università nella riunione Decurionale del seguente 14 giugno deliberò all' unanimità di ratificare la transazione con gli eredi del defunto Julio de Luca "sopra il rilascio di certe terre fuora la porta del Castello ...". In pari data, 14 giugno 1643, i fratelli de Luca ed i Sindici di Molfetta, Francesco di Lattanzio Passari e Josepho de Russis, ratificarono la transazione concordata l' anno prima.
.
..... Prima di proseguire con i fatti relativi alla chiesa, cerchiamo di conoscere chi fu Vespasiano Vulpicella. Figlio dei coniugi Marino Antonio Vulpicella e Isabella de Agno, figlia di Geronimo de Agno e Creusa Lepore (m. 3 settembre 1572), nacque, verosimilmente, nel 1591. Fu battezzato il 23 giugno dello stesso anno (1591) dal primicerio Giovanni Silvestro Maiora e tenuto alla fonte dal nobile Dionisio Bottoni.
..... Dopo la morte di Marino Antonio Vulpicella, avvenuta il 15 aprile 1592, Isabella sposò Baldassarre Lupis, figlia del fu Pascarello de Lupis e Giovanna Gadaleta. Dal secondo matrimonio nacque Giovan Lorenzo Lupis, battezzato il 10 agosto 1593. Morto il secondo marito, Isabella de Agno, in data 29 gennaio 1595, nel promettere di sposare quale suo terzo marito, il nobile Giacomo Volpicella, concordò con lo stesso gli accordi matrimoniali. Isabella de Agno promise di portare in dote "una possessione d' olive e altri frutti di vigne nove in circa ... sita ... in loco detto allo Lagoglione" ed "una mietà di casa e suoi membri quale casa se possede pro comuni e indivisa con gli heredi del m(a)gnifico q(uonda)m Hettorre Passara sita dentro di Molfetta e posta nella strata di S(a)nto Lorenzo appresso la casa del R(e)verendo D(onno) Mauro Angelo di m(a)stro Lonardo (de Pappagallo) p(ro) ec(clesi)a appresso la casa del her(ed)e di Gioanbatt(ist)a di Troia, il lito del mare e la via pu(bli)ca". Il seguente 2 ottobre del 1596(95), Giacomo Volpicella e Isabella de Agno si unirono in matrimonio.
..... Negli anni 1626-30, il sacerdote Vespasiano Vulpicella acquistò diverse proprietà fondiarie in una zona compresa tra il territorio di Molfetta e Terlizzi, successivamente denominata Villa franca.
..... Il 15 agosto del 1643, sabato, giorno della Assunzione della Beata Vergine Maria, personalità civili, militari e religiose si recarono poco fuori le mura della città, in località li torrioni ossia davanti la porta del Largo del Castello, per assistere alla benedizione di due appezzamenti di terreno contigui di proprietà del reverendo don Vespasiano Vulpicella sul quale doveva erigersi una nuova chiesa denominata Santa Maria Consolatricis Afflittorum. L' erigenda chiesa, a forma di croce (greca), doveva essere composta da tre altari: il primo, sito di fronte alla porta maggiore, da dedicare a Santa Maria Consolatricis Afflittorum; un altro, nel braccio destro, da dedicare ai Santi Angeli Custodi; un altro, nel braccio sinistro, da dedicare a San Giuseppe pro salute purgantium Animarum. Intorno alla chiesa, ma in un altro pezzo di terra della medesima località, doveva edificarsi una casa ed altre strutture. Alla cerimonia intervennero il Vescovo Fra Giacinto Petronio, il suo Vicario don Francesco Maria de Luca ed altri eminenti prelati. Erano presenti anche il capitano a guerra don Francesco Benigassi, Luogotenente di Luca Spinola, Principe di Molfetta, ed i sindaci Francesco de Lattanzio Passari e Josepho de Russis.
..... Il Vescovo, durante il rito dell' aspersione, recitò un versetto con il quale rivendicò la futura chiesa in onore di Dio e della Beata vergine Maria, del Santissimo Salvatore e dei Santissimi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi. Subito dopo fu collocata la prima pietra della chiesa e dell' altare maggiore sulla quale era inciso il segno della croce. Furono collocate anche due lapidi: su una era riprodotto lo stemma della famiglia Vulpicella; sull' altra la seguente iscrizione:
D(eo) O(ptimo) M(aximo) / A(nno) D(omini) 1643 DIE XV AUG(ust)I / URBANO VIII PONTIFICE MAX-(imum) / REGN(ante) PHILIPPO 4 DE AUSTRIA HISPAN(us) REGE / D(omino) VESPASIANUS VULPICELLA PATRITIUS MELPHICTEN(sis) / TEMPLUM HOC CU(m) EDIFICIJS ADIACENTIBUS A FUND(amentis) / EREX(it) FUNDAVIT ET DOTAVIT IN HONORE(m) ET GLORIA(m) / DEI S(anc)TE MARIE CONSOLATRICIS AFFLITTOR(um) / AC S(anti)-S(imi) APO(sto)LI PETRI ET PAULI PRO SALUTE PURGANTICU(m) ANIMAR(um) / SUB TUTELATE DICIONE JO(annes) STEPHANI AURIE AC LUCE SPINOLE / JANUARIJ DOMINOR(um) HUIUS CIVI(tati)S MELFITTI.
..... Seduta stante, e per futura memoria, il notaio Giovanni Andrea Boccassino redasse un atto pubblico di detto avvenimento. Fu proprio questo documento che mi consentì nel 1993 di fissare la data d' inizio della costruzione della chiesa.
..... Un documento del 5 luglio 1646 attesta che, a quella data, i lavori erano già avviati. Infatti apprendiamo che "la venerabile chiesa sotto il titulo del Purgatorio ... al presente se erigge dal R(everen)do Abbate d(onno) Vespasiano Vulpicella".
Il 7 luglio del 1647, mastro Pariso di Pariso, Carlo Pariso suo figlio e mastro Cosmo Buonpensiero, nel ricevere un acconto di 150 ducati, promisero al sacerdote Vespasiano Vulpicella di eseguire i seguenti lavori: "In p(rim)i li d(ett)i m(ast)ri promettono lavorare otto lonettoni smostazzati, li quali vengono di vacanto pal(m)i undeci cioè dal mostazzo dalla parte di fuori, e cimano d(ett)i lonetti pal(m)i sette di punti alla parte p(rede)tta di fuora. Alla parte di dentro poi di d(ett)i lonetti pal(m)i cinq(ue), e mezzo, e dare di volta tonda à d(ett)a lamia, un palmo, e mezzo di più della metà del vacuo, e fabricarla tutta, et anco fabricar l' intagli, conf(orm)e al disegno i(n) p(re)senza nostra consignatoli.
..... Di più promettono d' alzare la fabrica p(er) dar la schena à detta lamia palmi tredeci, e tanto più quanto si richiede à proportione e ponerci un cordone intorno di duoi terzi di pal(m)i di grossezza, e dopo appararli di fabrica, dalla parte di dietro di d(ett)o Cordone: et alzarla à sciuovolo che si concorda con l' altezza della d(ett)a lamia, acciò commodam(en)te ci possa metter l' astrico di s(opr)a.
..... Qual sud(ett)a fabrica che riceve intorno a d(ett)a lamia si dovrà compartire in otto angoli giusti, acciò si concorda con l' ottangolo del linternone.
..... Item promettono fare la grossezza della fabrica à proportione co(n)-f(orm)e si ricerca. Qual lamia promettono di non sformarla se p(ri)ma non saranno quadrate le sud(dett)e fabriche.
..... Item s' obligano d(ett)i m(ast)ri intufare e singare la sud(ett)a lamia.
..... Di più promettono s(opr)a la d(ett)a fabrica della lamia menarci l' astrico, e se vi si ricercasse cosa p(er) la perfett(io)ne del d(ett)o lavoriero promettono d(ett)i m(ast)ri farlo ancora.
Di più promettono sopra la d(ett)a lamia fare un lanternone conforme al disegno che qui s' acclude d' altezza d' un quadro, a mezzo del vacuo, ò qua(n)to più vi si ricercasse, e nel medesmo lanternone sopra la trulla promettono farci otto cordoncelli, cioè uno p(er) ciascun angolo, et anco assettarci li mattoni, in maniera che l' habbiano da dare p(er)fettam(en)te complito. E finalm(en)te lo pedezzulo di basso del lanternone promettono farlo à mezzo tondo.
..... Qual partito promettono darlo per finito p(er) la fine del mese d' ottobre p(rossi)mo di questo p(rese)nte anno 1647.".
Il 14 dicembre dello stesso anno (1647) mastro Cosmo Buonpensiero avviò la costruzione dei tre altari di cui è dotata la chiesa. In particolare il maestro, dietro pagamento di 10 ducati, si impegnò ad eseguire i seguenti lavori: "assettare dieci canne di chianule dentro la detta chiesa ...; menare lastrico dietro il Coro et anco segnarlo ...; erigere duoi altari alle due Cappelle di dentro la detta chiesa co(n) metterci di sopra le chianche ...; erigere l' Altar Maggiore con metterci tre gradi intorno intorno, e detti altari e gradi farli à proportione conforme dirà il R. D. Giovan Battista Rossi ...".
.
Sulla porta d' ingresso della chiesa fu realizzato un bassorilievo che rappresenta le anime purganti con al disotto la seguente epigrafe:
HOC TEMPLUM INGRESSUS DOMINUM Jxc / CORDE PRECERIS / UT PURGANTES ANIMAS LIBERET IGNE PIUS / A(n-no) D(omini) MDCXXXIII
(traduzione: L' entrata a questo tempio del Signore Gesù Cristo libera dal fuoco (sia) le anime che implorano di cuore come quelle che chiedono perdono. Anno del Signore 1633).
..... L' iscrizione anzidetta, posta in corrispondenza dell' architrave, reca la data 1633 ma sin tratta sicuramente di un errore di scrittura del maestro scalpellino, considerato che la posa della prima pietra avvenne dieci anni dopo. Il termine Jxc è l' abbreviazione di Jesus Christus.
..... Il 10 novembre del 1648, mastro Cosmo e mastro Mauro Antonio, fratelli de Buonpensiero, promisero di eseguire diversi lavori alla neviera già realizzata in prossimità della chiesa.
..... Il 3 giugno 1649 mastro Giovanni Giacomo de Antonaccio stipulò un contratto con il quale, dietro pagamento di 30 carlini annui, promise al sacerdote Vespasiano Vulpicella di eseguire una continua manutenzione delle volte della chiesa ossia di "tenere netti et stagnati l' astrichi della Chiesa dell' Anime del Purgatorio et le case intorno" per dieci anni.
..... Il 4 settembre dello stesso anno (1649) don Vespasiano Vulpicella, stando a letto infermo, stabilì di donare ai coniugi Francesco de Agno e Maria Antonia Vulpicella, sua sorella, "una cappella delle due che sono dentro la chiesa fondata da esso testatore sotto il titolo di S(an)ta Maria degli afflitti nel largo del castello all' incontro della porta di d(ett)o Castello, vicino la via publica che si va a S. Bernardino vicino altre case fatto da esso codicillante ...". Dispose, inoltre, che i predetti coniugi "se la possano eliggere à loro elett(io)ne; et un' altra ne lascia al s(igno)r Gio(vanni) Lorenzo Lupis suo fratello uterino e suoi heredi e succ(esso)ri, fatta però p(ri)ma l' elettione per d(ett)i Fran(ces)co e Maria Ant(oni)a coniugi, esortandoli, e pregandoli insieme che vogliano mantenerle con quelli adobbam(en)ti, e decoro che si conviene, et haver occhio particolare à detta chiesa.".
..... In pari data, 4 settembre 1649, il sacerdote Vulpicella dispose che i beni assegnati alla sua chiesa, da lui fondata ed eretta, dovevano essere amministrati sia dal sacerdote Thadeo Volpicella, sacrista della chiesa, sia dai suoi eredi (ossia dagli eredi d' esso Vespasiano) ed anche dall' arciprete della Cattedrale, sacerdote Giuseppe Porticella, con la sovrintendenza però del signor francesco d' Agni.
..... Sempre nello stesso giorno, 4 settembre, Vespasiano Vulpicella stabilì che, oltre il sacrista, dovesse essere eletto un sottosacristano che designò nella persona del sacerdote Onofrio Villani. Con altra disposizione testamentaria, il sacerdote Vespasiano Vulpicella ordinò che al sacrista Thadeo Volpicella fosse data una provvigione di 120 ducati annui e la medesima cifra assegnò a Vespasiano Lupis, suo nipote figlio di Giovanni Lorenzo Lupis, nel caso fosse diventato sacrista nella chiesa di santa Maria delli Afflitti.
..... Ancora nella giornata del 4 settembre, il sacerdote Vespasiano Vulpicella concesse all' arciprete Giuseppe Porticella di "posser erigere, p(er) se, e suoi heredi, e successori un' altare dentro il Coro della chiesa, da esso codicillante da fondam(en)ti eretta nel largo del Castello, sotto il titolo di S(an)ta Maria delli Afflitti, all' incontro della spalla di S. Michele Arcangelo con quelli gradini che à d(ett)o S(igno)r Arciprete pareranno, et altri ornam(en)ti à suo libito con farci tutti quelli adobbam(en)ti p(er) decoro di d(ett)o altare et in piedi delli d(ett)i gradini farci anco un sepolcro, stante la devotione che d(ett)o S(igno)r Arciprete dimostra havere à detta Chiesa, e cossì vuole, et espressam(en)te ordina ch(e) si debba p(er)mettere, et osservare.".
..... Il 5 settembre del 1649, il primicerio Vespasiano Vulpicella morì. L' indomani, lunedì 6 settembre, il testamento del defunto sacerdote, redatto all' hora quarta in circa noctis del 3 settembre 1649, fu aperto e letto. Riportiamo i punti salienti di questo documento: "... Io D. Vespasiano Testatore istituisco, creo, ordino e faccio à miei heredi universali la S(igno)ra Maria Antonia Vu(lpice)lla mia sorella, et il C. S(igno)r Vespasiano Lupis mio nipote ...; Et intendendo io sudetto Testatore si p(er) salute dell' anima mia, di miei Padre, e madre sianco per suffragio dell' anime purganti nel S(an)to Purgatorio erigere, e dotare la Chiesa per me da fondamenti eretta, et edificata, esistente fuori le mura di questa Città di Molfetta sotto il titolo di S(ant)a Maria dell' Afflitti nel largo del Castello all' incontro della porta di detto Castello, vicino la via che si và a S. Bernardino, vicino altre fabbriche, e case da me edifi(ca)te et altri co(n)fini p(er) tanto quella eriggo nel sseg(uen)te muodo e parole ... Mandamus igitur in primis hac nostra ultima voluntate regi, et Gubernari nostram sup(scri)t-tam ecclesia per unu(m) Sacrista(m), quem ex nunc volemus, et nominamus primo loco R. D. Thadeum Vulpicella sacerdotem Melphicten(sis), qui cum consensu, et superintendentia Ad(ministratore)m R(everendo) U(triusque) J(uris) D(octo)ris D(omino) Josephi Porticella, Archipresbiteri Cathedralis Ecclesie Melphicten(sis) eligere valeat alios novem sacerdotes nostre civitatis pro tot missis celebrandis singulis diebus pro mea, meorumq(ue) parentu(m) animabus, omniumq(ue) defunctorum ...". Vespasiano Vulpicella, sempre per testamento, stabilì che alla morte del primo sagrista Thadeo sarebbe dovuto subentrargli Vespasiano Lupis, suo nipote. Dispose, inoltre, che "nella detta chiesa secuta la mia morte si debba mettere la pila dell' acqua benedetta venuta da Venetia sotto della quale, ò in piedi voglio ch(e) si debba fare una fossa nella quale se debba sepellire il mio corpo. ... Item voglio che il mio quadro di S(an)ta Maria de miracoli con la cornice indorata si debba subito seguita la mia morte portare in d(ett)a mia chiesa.
.
Alla morte del fondatore, gli eredi, per eternarne la memoria collocarono un' epigrafe, che si trova sulla destra dell' ingresso, con la seguente dicitura:
R(everendus) D(ominus) VESPASIANUS / VULPICELLA. VIR UTIQ(ue). NOBILITA- / TIS GENERE AC PIETATE. CONSPICUUS / CATHEDRALIS PRIMIC(erius) / AC GENERALIS VICA(rius) / TEMPLUM HOC EXTRUXIT MAGNIFICE Q(ue). / DOTAVIT. IN IPSIUS MEMORIAM IPSIAM FUTI- / LEM. INVISAMQ(ue) HAEREDES HOC / MONUMENT(um). INSCRIBERE / FECERUNT / OBIIT AETATIS ANN(os) LVIII / NONIS SEPTEMBRIS / MDCXLVIIII
(traduzione: Il Reverendo don Vespasiano Volpicella, Primicerio della Cattedrale e Vicario Generale, uomo nobile e insigne nella pietà, edificò questo tempio con magnificenza, dotò lo stesso in opposizione alla invisa e futile memoria di se stesso. Gli eredi fecero inscrivere questo monumento. Morì all' età di 63 anni il 5 settembre 1649).
..... Il 25 settembre fu redatto un primo inventario dei beni della chiesa di Santa maria delli afflitti. Vediamo le proprietà più rilevanti: due frantoi in località detta lo trappeto di Zito alla Carrara alla via di Ruvo, una macchia d' olive alla via di Ruvo di vigne quarantaquattro denominata Macchia di Signor Rienzo; vigne tre circa a Chiusurella; vigne due alla Macchia di Chirialà; vigne diciotto all' Insitito Grande; vigne dieci di mandorleto in loco detto Villafranca; vigne tre che furono di mastro Paolo di Terlizzi; una pezza di vigne di viti di vigne quarantatre circa in loco detto Villafranca "con fabriche di camere tre, et una sala, con cortiglio, cellaro, e cappella allegata alle d(ett)e fabbriche co(n) altri membri superiori et inferiori"; vigne nove circa di frutteto nel predetto luogo di Villafranca, le fabbriche, e casamenti tutt' intorno la chiesa del Purgatorio al largo del Castello, una lama di vigne tre in località Isola; un chiuso all' Entica di Santullo; vigne tre e mezza di vigneto; un pezzo di terreno incolto con una neviera da una parte e una piscina scavata con una calcara di calce al Castello nuovo; vigne tre e mezza all' Entiche d' Andria; vigna una e mezza a Santa Maria della Rosa.
..... Il seguente 6 ottobre dello stesso anno (1649) fu eseguito un ulteriore inventario dei beni sottoposti alla chiesa. Tra i beni aggiunti risultano: alcuni appartamenti della casa dove abitava il defunto don Vespasiano Vulpicella alla strada di S. Lorenzo, consistente in tre camere e una cucina con altrettanti appartamenti di sopra, cellaro di sotto e altri membri; la metà della casa piccola contigua alla predetta.
..... Il 21 novembre 1652 Maria Antonia Vulpicella, vedova in terze nozze di Francesco d' Agni, promise di sposare il nobile Giovanni Muscati, figlio di Giovan Sergio Muscati e Beatrice delli Falconi.
..... Per testamento del 21 aprile 1657 Giovan Lorenzo Lupis, fratello uterino del defunto primicerio Vespasiano Vulpicella, nominò erede universale suo figlio Vespasiano, nato (il 30 gennaio 1638) dalla sua defunta prima moglie Julia de Agno (o d' Agni), e chiese di essere sepolto nella cappella di S. Francesco da Paola.
..... Il 27 marzo 1658 furono ratificati i capitoli matrimoniali tra Vespasiano Lupis ed Antonia Saraceno di Giovinazzo, rispettivamente figlio del defunto Giovan lorenzo Lupis e figlia del defunto Orazio Saraceno.
..... Anni dopo la chiesa necessitava di ulteriori lavori. Infatti, un documento del 5 maggio del 1664 ci fa sapere che il mastro fabricatore Donato de Gaudio promise agli amministratori della cappellania di S. Maria Consolatrice degli afflitti, ossia col reverendo sacrista don Thadeo Volpicella e Vespasiano Lupis, di "resarcire, et accomodare tutti l' astrichi di d(ett)a chiesa, come anco delle case co(n)tigue a d(ett)a chiesa, della medesma chiesa, e renderli per stagni, et anco levare il muscettolo, seu spinaletto ch(e) è all'uscita fuor l' astrico, quando si saglie dalla chiesa, e farci una lammiola di chiancarazze, o di tufi, come li piace, e la scala per saglire à sonare le campane, et anco serrare la fenestra corrispondente s(opr)a la Cappella del B(eat)o Caetano insin all' arco ..." dietro compenso di nove ducati di moneta di rame. In più, lo stesso maestro muratore Donato de Gaudio promise di curare la tenuta delle volte per dieci anni (dal settembre 1664 al settembre 1774) per carlini 10 l' anno.
..... Facciamo rilevare che la cappella di destra era dedicata al beato Gaetano di Thiene, santo dal 1671. Documenti del 1666 testimoniano, inoltre, di alcune donazioni fatte all' altare del Beato Gaetano.
.
Il 6 dicembre 1667 la chiesa fu consacrata dal Vescovo Francesco De Marinis, come attesta l'epigrafe collocata (nel 1779) nell'entrata della chiesa a destra:
1667 DIE SEXTA MENSIS DECEMBRIS / EGO FRANCISCUS DE MARINIS EPISCOPUS MELPHICTENSIS CONSECRAVI EC= / CLESIAM ET ALTARE HOC IN ONOREM SANCTAE MARIAE CON= / SOLATRICIS AFFLICTORUM, ET RELIQUIAS SS. MARTYRU(m) SEMPRONII, IU= / LIANI ET PELLEGRINI IN EO INCLUSI, ET SINGULIS CHRISTI-FIDELIBUS / HODIE UNUM ANNUM, ET IN DIE ANNIVERSARIO CONSECRATIONIS / HUIUSMODI IPSUM VISITAN-TIBUS QUADRAGI(n)TA DIES DE VERA IN= / DULGE(n)TIA IN FORMA ECCL(esi)AE CONSUETA CONCESSI, QUAE QUIDEM / DIES ANNIVERSARIA CELEBRABITUR QUOTANNIS DIE 21 AUGUSTI / FRANCISCUS EP(iscop)US MELPHICTENSIS=D(omino) JOSEPH CAROLUS DE BARTILO RECTOR ACTUAP / ----------------- / CANONICUS VERO HORATIUS LUPIS EIUSDEM ECCLESIAE RECTOR / TECTORIO ALBARIOQUE OPERE EXORNANDAM IPSAM / CURAVIT / ARAMQUE MAXIMAM ITEM UT DIVI CAIETANI / LAPIDEA CAELATURAEXPOLITAM / IANUARIUS ANTONUCIUS MELPHICTENSIS, ET IPSE ANTISTES / RITE ITERUM DEDICAVIT / ANNO AERAE CHRISTIANAE MDCCLXXIX IDIBUS IUNIJ
(traduzione: Il giorno 6 dicembre 1667, io Francesco de Marinis, consacrai la chiesa e questo altare in onore di Santa Maria Consolatrice degli afflitti e le reliquie dei santissimi martiri Sempronio, Giuliano e Pellegrino, chiusi in questo luogo. Concedo oggi e una volta all' anno, nel giorno della consacrazione, 40 giorni di indulgenza plenaria nella maniera voluta dalla Chiesa a tutti i singoli cristiani che in verità sarà celebrato nei giorni dell' anniversario che capita ogni anno il 21 agosto. Francesco, Vescovo di Molfetta. Don Giuseppe Carlo de Bartilo, attuale rettore. ------- Il canonico Orazio Lupis, rettore di questa chiesa, adornando la stessa con affreschi (o opere di decorazione a stucco o intonaco) curò l' altare maggiore parimenti come la lapide di San Gaetano ripulita nell' intarsio. Gennaro Antonucci vescovo di Molfetta dedicò con rito per la seconda volta il 13 giugno dell' anno 1779 dell' era cristiana).
..... Per testamento del 25 giugno 1669 Antonia Saraceno, moglie di Vespasiano Lupis, nominò eredi i suoi figli: il chierico Giovanni Lorenzo (n. 11 maggio 1659), Orazio (n. 22 agosto 1660), Giuseppe e Laura (gemelli, nati il 12 dicembre 1666).
..... Il 15 settembre del 1670, Vespasiano Lupis cedette a Joannes Battista de Paoletti di Venezia, per il prezzo di 128 ducati, la cappella di San Francesco da Paula.
..... Joannes Baptista (figlio di Marco) Paoletti di Venezia giunse a Molfetta prima del 1650. Qui sposò Gerolama Coletta, figlia dei coniugi Antonio Lonardo Coletta e Sicilia de Electis. Dopo la morte della prima moglie avvenuta presumibilmente nel 1668, Joannes Baptista Paoletti, si risposò con Anna de Negro (o di Nero o del Nero o del Negro), vedova di don Gasparro de Avellaneda, già Governatore della città di Monopoli. I capitoli matrimoniali tra il gentiluomo veneziano e la nobildonna genovese furono concordati e redatti il 2 febbraio del 1670, controfirmati il 27 gennaio 1671 e ratificati il 19 ottobre del 1680.
..... Per testamento del 22 ottobre 1685, aperto e letto il seguente 12 dicembre per gli atti di notar Giovanni Antonio Valente, Anna del Negro nominò erede universale suo marito Joannes Baptista Paoletti e dispose un legato di 1.000 ducati a favore del Capitolo della città di Molfetta.
..... Rimasto nuovamente vedovo, Joannes Baptista Paoletti rientrò a Venezia, dove si spense dopo aver dettato le sue ultime volontà al notaio Geronimo Morosini. Per testamento del 28 giugno 1700 dispose di "esser sepolto nella chiesa di Santa Maria Formosa ... in terreno nella Cappella del Santis(si)mo et messo in una cassa ...". Egli, inoltre, stabilì che "due ... specchi negri con cornice" dovevano essere consegnati "alli S(igno)ri Ignatio di Nesta, et Anna sua figlia mio cognato, e nipote". Sempre per volontà testamentaria, Joannes Baptista Paoletti lasciò "al S(igno)r Amedeo Lepore di Molfetta la mia Cappella sive Altare di San Franc(esc)o di Paula eretto nella Chiesa del Purgatorio nella città di Molfetta, pregandolo all' incontro d' assistere alli miei interessi e farmi riscuotere quello hò d' havere, e rimetterli al S(igno)r Simon Zanibelli, ovvero alli miei heredi ...". In ultimo, per codicillo del 29 giugno 1700, il Paoletti dispose un lascito di 50 ducati in favore di "Antonia da Villaneda che fù mia schiava quale al p(rese)nte si ritrova in Molfetta ... cessando ogni sua pretentione dal casco della q(uondam) d(onn)a Anna de Negra fù mia consorte.". Morto Joannes Baptista Paoletti, nella giornata di martedì 27 luglio dello stesso anno (1700), testamento e codicillo furono aperti, letti e resi pubblici.
..... Vespasiano Lupis, rimasto vedovo, ascese al sacerdozio e, dopo la morte del primo rettore Taddeo Volpicella, avvenuta il 14 febbraio 1671, divenne il nuovo rettore del legato pio delle Anime del Purgatorio. Nello stesso anno (1671) amministratori della cappellania di Santa Maria degli Afflitti erano Vespasiano Lupis e Joannes Muscato, marito di Maria Antonia Vulpicella.
..... Il 26 marzo 1672, Vespasiano Lupis cedette a suo figlio Giuseppe tutta l' eredità pervenutagli dalla zia Maria Antonia Vulpicella. Il 22 dicembre del seguente anno (1673), il sacerdote Vespasiano Lupis morì. Per testamento del 17 dicembre 1673, Vespasiano nominò successori, sia nella carica di "sacrista" e sia di amministratori dei beni annessi al legato pio, i suoi figli, il chierico Giovanni Lorenzo (primogenito), il chierico Orazio e Giuseppe, nati dalla defunta Antonia Saraceno.
..... Al sacerdote Vespasiano Lupis, subentrò Gesuè Lupis, rettore dal 23 dicembre 1673 al 14 settembre 1697. Seguì Giovanni Lorenzo Lupis, rettore dal 15 settembre 1697 al 22 luglio 1722.
..... Il 15 maggio del 1699, monsignor Pompeo Sarnelli, vescovo di Bisceglie, effettuò una visita pastorale nella chiesa del Purgatorio. Da tale visita apprendiamo che l' altare maggiore, dedicato all' Angelo Custode, ospitava un quadro che raffigurava la Beata Vergine che reggeva Cristo deposto dalla Croce, probabilmente la Pietà di Bernardo Cavallino (1622-54), ed una statua marmorea che rappresentava l' Angelo Custode. All'ingresso della chiesa era collocata la lapide con le insegne della famiglia Volpicella, de Agno e Lepore. A destra della chiesa c' era la cappella di San Gaetano, con l' effigie del santo, di patronato della famiglia Lupis, dell'abate Giuseppe Massa (figlio di Augustinus Massa di La Spezia) e degli eredi di Laura de Agno. A sinistra la cappella di San Francesco di Paola, con relativa immagine, di patronato di Giovanni Battista (Paoletti) Venetus. L' altare era adorno di due colonne alla cui base c' erano: a destra l' insegna della famiglia de Paoletti; a sinistra l' insegna del casato del Nero. Sulla facciata della chiesa c' erano già le statue lapidee che si vedono anche oggi. L' interno della chiesa conteneva altri dipinti: uno che rappresentava il SS. Crocifisso, S. Gaetano e la Beata Vergine con sotto scritto OPUS ANTONIJ POLIS VENETI A(nno) D(omini) MDCXXXXVIII; uno con il Crocifisso e un altro, con la scritta MDCXXIV, che raffigurava la Beata Vergine con il piccolo Gesù.
.
- Il testo è a cura di Corrado Pisani.
N.B. - Tutte le foto sono proprietà esclusiva dell' autore dott. Franco Stanzione ed è vietato riprodurle senza il suo consenso e/o omettendo di citarne la fonte.

Ritorna al sito